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martedì 3 gennaio 2012

Scenario macroeconomico italiano dei consumi

La grave crisi finanziaria in Europa e il rallentamento economico negli Stati Uniti destabilizzano i mercati azionari e obbligazionari mondiali. Sono riviste al ribasso le previsioni di crescita per i principali paesi occidentali. Di conseguenza aumenta la diffidenza verso i debiti sovrani dei paesi maggiormente esposti.
In Italia l’incremento del differenziale btp – bund preoccupa imprenditori e istituzioni politiche. I tassi di rifinanziamento del debito pubblico italiano non appaiono sostenibile a lungo termine e il governo è costretto a ripetute manovre correttive, il cui esito appare ancora indefinito. Il clima di incertezza economica e politica frena gli investimenti e riduce la fiducia dei consumatori.
Il Ministero dell’Economia rivede al ribasso le previsioni di crescita per il Pil italiano, allineandosi all’analisi degli istituti internazionali. L’incremento è attualmente stimato al +0,7% per il 2011 (vs 1,1%) e al 0,6% (vs 1,3%) per il 2012.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese di Luglio 2011 e del 2,8% nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente. L’elevato tasso tendenziale è dovuto ai rincari di trasporti e energia.
Qualche elemento favorevole proviene dal mercato del lavoro che segnala un lento progresso confermato da un ridimensionamento delle ore autorizzate di CIG.
IL Fondo Monetario Internazionale rivede le previsioni di crescita del Pil italiano, indicando un incremento dello 0,6% nel 2011 e 0,3% nel 2012. Per l’area euro le aspettative sono dell’1,6% per il 2011 e 1,0% per il 2012.
Il rallentamento delle economie nazionali è generalizzato in Europa e le previsioni di crescita peggiorano per tutti i principali paesi dell’area.
Il calo è particolarmente pronunciato per l’Italia: rispetto a Giugno le previsioni di crescita sono ridotte dello 0,3% (da +1%) per il 2011 e dell’1% (da +1,3%) per il 2012.
Il Fondo Monetario Internazionale puntualizza che la situazione fiscale italiana è buona rispetto agli altri paesi sviluppati e si aspetta un calo del debito dall’autunno 2013, fermo restando le attuali previsioni di crescita e spesa pubblica

IL Fondo Monetario Internazionale rivede le previsioni di crescita del Pil italiano, indicando un incremento dello 0,6% nel 2011 e 0,3% nel 2012. Per l’area euro le aspettative sono dell’1,6% per il 2011 e 1,0% per il 2012
Il rallentamento delle economie nazionali è generalizzato in Europa e le previsioni di crescita peggiorano per tutti i principali paesi dell’area.
Il calo è particolarmente pronunciato per l’Italia: rispetto a Giugno le previsioni di crescita sono ridotte dello 0,3% (da +1%) per il 2011 e dell’1% (da +1,3%) per il 2012.
Il Fondo Monetario Internazionale puntualizza che la situazione fiscale italiana è buona rispetto agli altri paesi sviluppati e si aspetta un calo del debito dall’autunno 2013, fermo restando le attuali previsioni di crescita e spesa pubblica

Nel mese di agosto, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese di luglio 2011 e del 2,8% nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente (era 2,7% a luglio).
Ad agosto, il principale effetto di sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dall’aumento congiunturale dello 0,9% dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che determina un’ulteriore accelerazione del loro tasso tendenziale di crescita (15,5%, dal 13,6% di luglio). Un impatto significativo deriva anche dal rialzo congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5%). Per contro il principale effetto di contenimento si deve alla diminuzione congiunturale dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2011 è pari al 2,6%, mentre su base annua (inflazione media ultimi 12 mesi) è 2,3%.

Durante l’estate 2011 l’indice del clima di fiducia dei consumatori decresce costantemente. A settembre l’indicatore cala ulteriormente a 98,5 (da 100,3 di agosto).
Il peggioramento è dovuto soprattutto ad una caduta dell’indicatore relativo alle prospettive future; migliora lievemente, per contro, l’indice sulla situazione corrente.
Peggiorano le valutazioni, presenti e prospettiche, sulla situazione economica del paese e della famiglia, nonchè i giudizi sul bilancio familiare e sull’opportunità attuale del risparmio. Si deteriorano, seppur con intensità minore, anche le attese sull’evoluzione del mercato del lavoro.
Migliorano, per contro, le attese sul mercato dei beni durevoli e sulle intenzioni future di risparmio. Sulla base delle consuete domande trimestrali, recuperano le intenzioni di acquisto dell’autovettura, dell’abitazione e quelle relative alle spese per manutenzione.
La fiducia peggiora in quasi tutte le ripartizioni e il deterioramento è particolarmente intenso nel Mezzogiorno; solo nel Nord-est si registra un lieve recupero.

L’indicatore dei Consumi Confcommercio segnala a luglio 2011 un aumento dello 0,4% in termini tendenziali. In termini congiunturali l’accelerazione è contenuta, con una variazione dello 0,5% rispetto a giugno. I livelli di consumo risultano comunque, ancora inferiori ai valori registrati alla fine del 2007 (e, in termini pro capite, a quelli del 2000).
Beni e servizi ricreativi, consumazioni fuori casa e alberghi crescono oltre la media mentre calano i consumi di alimentari, bevande e tabacchi


L’andamento del fatturato Ho.re.ca (progressivo 2011) è particolarmente positivo per la birra in fusti (+3,1%) e gli aperitivi (+2,9%).
Vini (+1,9%) e liquori (+2,2%) sono in lieve aumento, la birra confezionata è stazionaria mentre i succhi (-4,2%) sono in forte calo.
Tra i canali è il diurno (+3,4%) a crescere maggiormente. Il serale migliora (1,9%) mentre la ristorazione (+0,3%) è stazionaria.
Alla fine dello scorso anno le imprese cinesi hanno superato la soglia delle 54.000 unità, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2009. I’incremento conferma il trend degli ultimi anni: +150,7% tra il 2002 e il 2010.
Il maggior numero di imprenditori cinesi si trova in Lombardia (10.998), Toscana (10.503) e Veneto (6.343), ma la crescita è evidente anche nelle altre regioni.
Ai settori tradizionalmente privilegiati dagli imprenditori cinesi (pelletteria, calzature, e abbigliamento) si affiancano bar e ristoranti, le cui attività hanno raggiunto le 10.079 unità.
Il caso di Milano. A Milano ormai un locale su cinque è gestito da cittadini di origine cinese, quattro volte quelli che risultavano cinque anni fa e con un aumento del 52% rispetto al 2009. Secondo uno studio della Camera di Commercio sono 425 le "imprese individuali" nel territorio del Comune di Milano gestite da cinesi

Nel 2010 gli italiani hanno effettuato 87,4 milioni di viaggi per un numero complessivo di notti pari a 586 milioni, il 5,9% in meno dell’anno precedente. La crisi si è abbattuta sul turismo, modificando non solo la componente strutturale della domanda ma anche quella relativa ai comportamenti di consumo.
Negli ultimi tre anni il numero di viaggi pro-capite si è ridotto del 20% passando da 2,1 per italiano a 1,7. Il dato sconta anche l’effetto della minor quota di popolazione che ha effettuato almeno una vacanza.
Contestualmente si allunga la durata media della vacanza passando da 6 a 6,7 giorni, con forte incremento dei soggiorni di maggior durata, in particolari nei mesi estivi.


Dal 2008 cambia la tendenza rispetto agli anni precedenti quando i mutamenti culturali, lo sviluppo dei voli low cost e l’aumento del reddito disponibile favorivano vacanze più frequenti. La diminuzione del reddito disponibile pro-capite ha evidentemente invertito il trend.

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